Il concetto di Libertà Cognitiva è stato definito di recente come il “diritto di ogni individuo di pensare indipendentemente e autonomamente, di utilizzare l’intero spettro della sua mente e accedere ai molteplici modi del pensiero”. Vediamo assieme cosa significa.
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In seguito ad una riflessione sulla capacità crescente delle innovazioni farmacologiche e neurotecnologiche di monitorare e manipolare le funzioni cognitive elettrochimicamente, nel 2000 il neuroscienziato Dr. Wrye Sententia e l’avvocato Richard Glen Boire coniano il termine “Libertà Cognitiva”. Assieme fondano il “Centro per la Libertà Cognitiva e l’Etica” (CCLE) con l’obiettivo di “sviluppare politiche sociali che preservino e valorizzino la libertà di pensiero nel ventunesimo secolo”.
I princìpi della Libertà Cognitiva sono tre: Privacy, Autonomia e Scelta.
- Privacy. Riguarda il cosa e in che modo credi debba rimanere privato, a meno che tu non decida di condividerlo. L’utilizzo di tecnologie quali la scansione di immagini cerebrali dovrebbe essere consensuale e qualsiasi informazione così ottenuta dovrebbe rimanere confidenziale. Il diritto alla privacy deve essere quindi esteso per comprendere anche il dominio interno del pensiero.
- Autonomia. L’auto-determinazione delle proprie capacità cognitive è centrale al libero arbitrio. Decisioni che riguardano se, o in che modo, alterare i processi del pensiero di una persona dovrebbero rimanere di competenza dell’individuo e non del governo o dell’industria.
- Scelta. Le facoltà della mente umana non dovrebbero essere limitate. Fintanto che una persona non rechi direttamente danno ad un’altra, i governi non dovrebbero criminalizzare e proibire l’accrescimento cognitivo o la possibilità di esperire alcuno stato mentale.
Ma cosa significa nella pratica tutto ciò?
Privacy
Il principio della privacy è un concetto che abbiamo già acquisito relativamente ad altri campi (ce lo ricorda qualsiasi sito web che visitiamo con un bel messaggio sui cookies in primo piano) e qui viene esteso per includere non solo i nostri dati personali ma anche quello che “ci passa per la testa”. Meno immediati potrebbero risultare gli altri due princìpi. Cosa significa infatti “se, o in che modo, alterare i processi del pensiero”?
Autonomia
Si potrebbe pensare che alterare volontariamente il proprio stato di coscienza non sia un evento “naturale” e quindi da evitare. Tuttavia nella storia dell’uomo questo accade in modo del tutto naturale e, spesso, volontario. La preghiera e la meditazione possono portare a degli stati di processaziòne del pensiero alterati rispetto a quello che chiamiamo normale. Bere un calice di vino o un bicchiere di birra genera sicuramente degli effetti di alterazione cognitiva, ma è sufficiente un pranzo abbondante per darci una sensazione di sonnolenza e torpore. Quello che è conosciuto come “Stato di flusso”, la condizione descritta da molti tra artisti e atleti come stato in cui si trovano durante un picco prestazionale, è un altro esempio di capacità cognitive alterate.
Il presupposto qui è ovviamente che lo stato mentale a cui si ha accesso ci permetta di espandere la consapevolezza, ma trattandosi di libertà non possono venire meno rispetto e responsabilità di chi decide di accedere a stati mentali che invece la restringono.
Il princìpio di Autonomia dichiara che entità esterne, quali lo stato e le istituzioni o le organizzazioni commerciali, non dovrebbero mai imporre all’individuo uno stato di alterazione del proprio pensiero (storicamente attività coatte di questo tipo sono avvenute, come il trattamento obbligatorio per gli omossessuali negli anni ’70 o il famoso Project MKUltra).
Scelta
Il terzo principio, la libertà di Scelta, porta due elementi fondamentali:
- Dà la responsabilità al singolo affinché le proprie scelte non rechino danno ad altri;
- Vuole che l’individuo non venga criminalizzato per il modo in cui sceglie per se stesso di esperire l’esistenza secondo qualsiasi possibilità cognitiva.
Conclusioni
La Libertà Cognitiva è un concetto recente che si affianca, e approfondisce, la Libertà di pensiero definita nella Dichiarazione universale dei diritti umani alla luce delle nuove possibilità offerte dalla scienza e dalla chimica.
Sancisce come diritto intrinseco dell’essere umano la possibilità di esperire l’esistenza ed ampliare la propria cognizione utilizzando qualsiasi strumento disponibile a patto che non rechi danno ad altri, senza per questo essere perseguiti dalla legge.
Estende il diritto alla privacy individuale includendo anche i processi mentali interni e vieta allo stato, alle organizzazioni e a qualsiasi terzo che non sia la persona stessa di prendere decisioni riguardo il suo stato mentale.
Il concetto della Libertà Cognitiva non è ancora riconosciuto dalla legge come lo è quello di Libertà di Culto che in Italia è diritto costituzionale. Tuttavia il ruolo che potrà avere in futuro nella protezione delle culture, dei gruppi e degli individui che utilizzano piante enteogene, quali l’Ayahuasca, per accedere a parti di conoscenza non raggiungibili altrimenti potrebbe essere rilevante.
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