Con un decreto ministeriale del Ministero della Salute del 23 febbraio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 marzo, l’ayahuasca è stata inserita nella tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe.
L’art. 14 del decreto 9 ottobre 1990, n. 309 indica i criteri di inclusione delle sostanze nella tabella I, tra cui i più generici sono:
[…] 4) ogni altra sostanza che produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacita’ di determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di ordine superiore a quelle precedentemente indicate; […] 7) ogni altra sostanza naturale o sintetica che possa provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali; 8) le preparazioni contenenti le sostanze di cui alla presente lettera;
Viene da chiedersi come sia possibile che sulla vendita delle sostanze alcoliche – che pure rientrerebbero in tabella I per gli effetti che producono – lo stato italiano guadagni con le accise.
Il decreto misteriale che vieta l’Ayahuasca cita tra le ragioni della decisione anche 2 (due) intossicazioni da Armina/Armalina: un caso nel 2011 e un caso nel 2018. Intossicazioni che non hanno portato come conseguenza il decesso. La scienza, d’altro canto, conosce bene la bassa tossicità dell’Ayahuasca.
Questo è invece quanto riporta il Rapporto 2020 – Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia (ISS – Istituto Superiore di Sanità) riguardo l’alcol:
L’alcol è tra le sostanze psicoattive più usate in Europa e il suo consumo è considerato il quinto fattore di rischio per il carico di malattia globale. Ogni giorno sono circa 800 le persone che in Europa muoiono per cause attribuibili al consumo di alcol e di queste, una percentuale molto elevata, si registra in età compresa tra 20 e 24 anni paria circa 1 decesso su 4. In Italia ogni giorno in media sono 48 le persone che muoiono a causa dell’alcol, oltre 17.000 ogni anno. Nel 2016, anno di cui si dispone la mortalità registrata per tutti gli Stati dell’Unione europea (UE), è stato responsabile del 5,5% di tutti i decessi registrati nell’UE, per un totale di quasi 300 mila persone morte, in gran parte e prevalentemente per cancro (29% dei decessi attribuibili all’alcol), cirrosi epatica (20%), malattie cardiovascolari (19%) e lesioni (18%). Proporzioni che rispettano quelle verificate in passato per l’Italia anche dall’OMS, e ancora oggi confermate con la percentuale più alta di decessi attribuibili all’alcol registrata tra i giovani adulti maschi e tra i giovani sino ai 29 anni di età, per i quali l’incidentalità stradale alcolcorrelata continua a rappresentare la prima causa di morte anche in Europa.
Fa pensare. Fa pensare, perché sulle sostanze che chiudono la mente e uccidono, lo stato guadagna. Ma sulle sostanze che hanno il potenziale di aprire la mente aiutando a vivere, lo stato legifera vietandone l’uso.
L’Ayahuasca è una bevanda che ha effetti molto potenti. Le modalità e il contesto (setting) con cui si affronta una esperienza di questo tipo DEVONO essere strutturate e non lascaite al caso o all’inesperienza. L’utilizzo “ricreativo” non è contemplato né nella storia né nel futuro dell’Ayahuasca.
Negli ultimi 20 anni la scienza ha ripreso lo studio e la sperimentazione terapeutica degli psichedelici. Personalmente ho la ferma convinzione che queste sostanze utilizzate nelle giuste pratiche possano aiutare l’umanità ad evolvere.
Non è una novità. È il ruolo che queste piante e queste pratiche hanno avuto nei secoli in cui l’uomo aveva la libertà di sperimentarle.
La strada tuttavia,
come possiamo oggi constatare,
è ancora lunga.
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